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Tassi d’interesse, riduzione apprezzabile ma non sufficiente

PESARO – Non ci siamo ancora. Il taglio dei tassi di interesse applicato oggi dalla Banca centrale europea “è apprezzabile ma non soddisfacente”.

Così il direttore della CNA di Pesaro e Urbino, Claudio Tarsi commenta la decisione della BCE di tagliare i tassi di interesse ma solo nella misura dello 0,25 per cento.

“Un dato atteso – dice Tarsi – che non soddisfa affatto le nostre imprese. Soprattutto quelle della provincia di Pesaro e Urbino che negli ultimi anni, e soprattutto dopo la pandemia, hanno deciso di investire in beni, servizi e innovazione per favorire lo sviluppo della propria azienda contando su tassi di interesse che allora viaggiavano attorno al 2,4% e che nel giro di due anni sono più che raddoppiati, gravando moltissimo sui bilanci delle maggior parte dei nostri associati. A questo si aggiunga tutto quel che si è verificato in questi anni: aumento dei costi dell’energia e delle materie prime, inflazione, guerre e instabilità internazionale. Insomma un taglio ancora troppo timido rispetto alle difficoltà e agli sforzi delle piccole e medie imprese che hanno contratto mutui e finanziamenti”.     

“La forte riduzione dell’inflazione e la revisione al ribasso delle stime di crescita da parte della stessa Bce – evidenzia Tarsi – suggerivano probabilmente un taglio più robusto. Considerato che le stime di crescita sono previste in riduzione principalmente per effetto del minore contributo della domanda interna nei prossimi trimestri, è evidente che è questa debolezza a rappresentare il problema maggiore per le economie dell’Eurozona e non un’inflazione intorno al due per cento”.

“In questo quadro – puntualizza la CNA – le imprese italiane si trovano ad affrontare una persistente stretta del credito, fotografata dalla Banca d’Italia alcuni giorni orsono. Una stretta più dolorosa per artigiani, micro e piccole imprese, maggiormente dipendenti dal credito bancario. All’indomani della decisione della Bce, benché insufficiente, chiediamo al sistema creditizio italiano di abbandonare la politica degli irrigidimenti che rischia di soffocare gran parte dell’ossatura produttiva nazionale. Nel contempo, è necessario che le banche riverberino immediatamente sulle condizioni praticate alla clientela la decisione della Bce evitando – conclude la Confederazione – di sprecare altro tempo prezioso nell’interesse delle imprese e soprattutto dell’intero Paese”.

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