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Pesaro e Urbino, le imprese che resistono. Dati migliori rispetto alla media delle Marche

Moreno Bordoni: “In questo periodo è quasi un miracolo”. Leggera flessione generale nel numero di imprese attive. Crescono costruzioni, turismo e servizi

PESARO – Diminuiscono le imprese, anche in maniera decisamente minore rispetto alla media regionale. Tra la fine del terzo trimestre 2021 e quella del terzo trimestre 2022, nella provincia di Pesaro le imprese attive diminuiscono infatti dello 0,7%; un ritmo sensibilmente inferiore a quello regionale.

Secondo i dati di UnionCamere elaborati dal Centro Studi della CNA regionale, in provincia di Pesaro e Urbino, si è registrata una maggiore tenuta del tessuto imprenditoriale pesarese in particolare nel settore manifatturiero (-0,7% per la provincia contro -3,8% per la regione) e, soprattutto nelle costruzioni, il cui numero di imprese attive aumenta (+0,6%) in controtendenza con il dato regionale (-4,4%).

Assai meno marcata rispetto alla regione è inoltre la diminuzione delle imprese del settore turistico (servizi di soggiorno e ristorazione), che calano del 0,7% a fronte di un calo regionale del 3,6%.

Da sottolineare, inoltre, la crescita di numero delle imprese dei servizi professionali scientifici e tecnici (+3,9% nella provincia di Pesaro e Urbino e +2,0% nella regione) e il dato in controtendenza positiva del numero di imprese nel folto settore dei servizi alla persona (“altre attività dei servizi”): +0,9% nella provincia contro -1,0% nella regione.

“In un contesto difficilissimo come quello che stiamo attraversando si tratta quasi di un miracolo – commenta Moreno Bordoni, segretario della CNA di Pesaro e Urbino – la flessione sul quadro generale infatti non solo è quasi impercettibile ed inferiore al dato generale delle Marche, ma in qualche caso – come ad esempio nelle costruzioni, nel turismo e nei servizi – in controtendenza e con un segno decisamente incoraggiante orientato ad una crescita”. Per Bordoni, se non fosse scoppiata quella tempesta perfetta causata dall’aumento dei costi dell’energia, dall’inflazione, dalle difficoltà a reperire le materie prime e dalla crisi internazionale causata dai conflitti che ha bloccato le esportazioni verso i paesi coinvolti dagli eventi bellici, questa sarebbe stato un periodo di grande rinascita per la nostra economia dopo la pandemia. Un mini boom che avrebbe coinvolto un po’ tutti i settori a partire dalla meccanica e dalle costruzioni che pure, anche in questo quadro di crisi, vantano performance ancora positive. Al mobile e alla nautica che marciano a ritmi incoraggianti”.

Per il segretario CNA di Pesaro e Urbino “Occorre continuare a sostenere le imprese in questo momento difficile soprattutto relativamente ai costi dell’energia. Il nuovo Governo deve cercare di concordare, anche a livello internazionale, misure di sostegno alle imprese, soprattutto a quelle non energivore come le piccole e piccolissime aziende, spesso non al centro dell’attenzione degli esecutivi. Inoltre occorre contrastare in maniera seria, e non solo con annunci, le manovre speculative anche in ordine al costo delle materie prime e alla loro reperibilità: altra questione che toglie il sonno agli imprenditori”.  

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