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Acconciature ed estetica; un cittadino su quattro riceve trattamenti in casa. Ricerca CNA evidenzia il fenomeno del lavoro nero

Carla Mascitelli “Per sconfiggere il fenomeno è importante il rapporto diretto, la professionalità, l’esperienza, l’igiene, la preparazione e la qualità dei prodotti”

PESARO – Quasi un cliente su quattro riceve i trattamenti da barbieri, parrucchieri, estetisti a casa propria o a casa degli operatori. Un dato che si riferisce ai grandi centri urbani con una leggera flessione nelle città di provincia e che fa riflettere.

“Si tratta soprattutto (ma non solo) di clienti anziani – dice Carla Mascitelli, presidente CNA Benessere e Sanità di Pesaro e Urbino – che incontrano maggiore difficoltà negli spostamenti, ma è molto probabile che dietro un così alto numero di prestazioni informali si nascondano molte prestazioni del tutto sconosciute al fisco e magari scarsamente rispettose delle più elementari norme igienico-sanitarie”.

Ci conforta su questo l’indagine di campo statisticamente rappresentativa della popolazione residente in Italia su “La domanda di servizi di acconciatura ed estetica in Italia (Indagine sui clienti di barberie, saloni di acconciatura e centri estetici)”, condotta dall’Area studi e ricerche della CNA.

Praticamente tutti gli italiani ricorrono alle cure di barbieri e parrucchieri. Diversa la situazione per i centri estetici dove si reca poco meno della metà della popolazione maggiorenne per due terzi donne, per un terzo uomini. La componente maschile, in pratica residuale fino a venti anni fa o poco più, ha dato una spinta corposa al comparto.

Il 40% circa del campione si reca nei saloni di acconciatura in media una volta al mese; il 7% più di una volta al mese; un quarto del campione una volta ogni due mesi; poco più del 13% una volta ogni quattro mesi. Per quanto riguarda i centri estetici: il 41% ci va una volta al mese (con il 5,2% più di una volta al mese); il 23,3% una volta ogni due mesi; il 10,8% una volta ogni quattro mesi.

La spesa mensile per i servizi risente delle differenze di genere. Oltre il 70% dei clienti di barberia spende tra i 10 e i 30 euro, con punte del 17,1% al di sotto dei 10 euro e dell’11,9% oltre i 30 euro. Ben diversa la situazione tra le clienti dei parrucchieri. La classe più rappresentata si situa tra i 30 e i 50 euro al mese (34,9%) con il 27,6% che dichiara di spendere tra i 50 e i 100 euro mentre circa un terzo del campione spende meno di 30 euro.

Minori asimmetrie di genere denota la spesa affrontata per i servizi dei centri estetici come dimostra la composizione della classe tra i 30 e i 50 euro al mese, nella quale si colloca il 45,9% dei clienti. Al di sopra dei 50 euro è predominante la presenza femminile, mentre sotto i 30 euro è massiccia quella maschile.

I saloni di acconciatura e i centri estetici possono essere ricompresi nei servizi di prossimità. “Al di là dei dati di questa indagine – commenta ancora Carla Mascitelli – è importante il rapporto diretto del cliente con gli artigiani. Nei confronti degli operatori del settore i clienti tendono a costruire rapporti fiduciari. La capacità di ascolto degli operatori, la preparazione e l’alta professionalità fanno la differenza: tre quarti dei clienti la ritiene un requisito indispensabile.

Ecco perché la stessa ricerca evidenzia anche i motivi che possono far venire meno anche il rapporto più inossidabile. Nell’ordine, cambierebbe operatore l’84,9% dei clienti qualora mancassero le autorizzazioni igienico-sanitarie, il 78,2% se i prodotti usati fossero di scarsa qualità, il 73,1% se i macchinari per i trattamenti venissero utilizzati da personale non adeguatamente formato, il 72% se non venissero possedute tutte le certificazioni richieste, il 64,4% se il titolare non possedesse l’abilitazione all’esercizio della professione. Ecco perché riteniamo da sempre importante rivolgersi a veri professionisti del settore e crediamo per questo la partica dell’abusivismo e dell’improvvisazione dannosa, e in molti casi pericolosa, per chi riceve i trattamenti”.

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